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I TEMPORAL SLUTS sono vicini ai vent'anni di carriera ma la grinta è identica agli esordi. Hanno base a Como e a Milano e sono ancor più popolari all'estero, dove hanno suonato tantissimo e conosciuto parecchie band blasonate di tutto il Mondo.
Ho sentito Rob Slut, il loro cantante: ecco cosa mi ha raccontato...
Ho sentito Rob Slut, il loro cantante: ecco cosa mi ha raccontato...
Johnny: Ciao Rob, benvenuto! Introduci la band per i lettori di VenomZine...
Rob: Ciao e grazie VenomZine per ospitarci, un virtuale abbraccio a tutti!
Rob Slut (voce), Luca Slut (chitarra solista), Killer Tony (batteria), Stefano (basso) e Michele (chitarra ritimica).
Rob: Ciao e grazie VenomZine per ospitarci, un virtuale abbraccio a tutti!
Rob Slut (voce), Luca Slut (chitarra solista), Killer Tony (batteria), Stefano (basso) e Michele (chitarra ritimica).
J.: Siete in giro da quasi vent'anni ormai e questo vi fa onore perchè poche band riescono ad essere così irriducibili! Esattamente come e quando è nata la band?
R.: La band nasce nel secolo scorso, esattamente nel 1995.
J.: Poco tempo dopo è arrivata la collaborazione per uno split assieme ai californiani The Humpers. Raccontaci questa interessante esperienza e come li avete conosciuti...
R.: Prima che 3/5 degli elementi che avrebbero formato i Temporal Sluts ponessero la parola fine alla precedente esperienza denominata Falling James Band facemmo il nostro primo tour sulla costa ovest degli Stati Uniti. Suonammo con Leaving Trains, Thee Hypnotics e con altre band del circuito underground californiano. La prima volta che incrociammo gli Humpers fu proprio durante quel tour e ne restammo letteralmente folgorati. Fu amore a prima vista e non a caso il titolo dello split è “A Touching Date” proprio per descrivere un sentimento ed una vibrazione rock’n’roll che non avvertivamo da anni. L’anno seguente, tornati negli States, gettammo le basi per la realizzazione dello split ma, soprattutto, consolidammo una ventennale amicizia con una grande band fatta di grandi persone.
J.: Un ruolino di marcia non indifferente che vi ha portato appena l'anno seguente a registrare quello che fu il primo album. Quali avvenimenti si susseguirono dopo l'uscita del disco?
R.: La realizzazione di “Bad News” fu preceduta, oltre che dallo split con gli Humpers, da un EP per la Demolition Derby in Belgio (BROKEN INSIDE). Parliamo di un periodo sostanzialmente vitale e di fatto le realizzazioni discografiche in vinile erano ancora all’indice in quel periodo e quindi ci dedicammo ad esso sul finire del 1996. Lo show case avvenne al Tunnel di Milano dove avemmo la fortuna e l’immenso piacere di condividere il palco con The Empty Set da Detroit (la band di Michael Davis degli MC5 e Ron Asheton degli Stooges). Nello stesso periodo registrammo due pezzi in esclusiva per Hate Records che sarebbero apparsi nella mitica compilation “First Italian Punk Contest”.
R.: La realizzazione di “Bad News” fu preceduta, oltre che dallo split con gli Humpers, da un EP per la Demolition Derby in Belgio (BROKEN INSIDE). Parliamo di un periodo sostanzialmente vitale e di fatto le realizzazioni discografiche in vinile erano ancora all’indice in quel periodo e quindi ci dedicammo ad esso sul finire del 1996. Lo show case avvenne al Tunnel di Milano dove avemmo la fortuna e l’immenso piacere di condividere il palco con The Empty Set da Detroit (la band di Michael Davis degli MC5 e Ron Asheton degli Stooges). Nello stesso periodo registrammo due pezzi in esclusiva per Hate Records che sarebbero apparsi nella mitica compilation “First Italian Punk Contest”.
J.: Dopodichè, avete pubblicato anche altri album o Ep?
R.: Nel 1997 realizzammo prima un EP per la tedesca Radio Blast Recordings (DON’T WORRY) e nello stesso anno un altro split EP con gli amici francesi TV Killers (Voulez Vous Coucher Avec Nous Ce Soir?) per l’italiana Rockin’Bones, frutto di un amicizia consolidata con le migliaia di chilometri percorsi insieme in giro per l’Europa. Nel 1999 uscì TODAY STRIKE, un singolo per la francese “Thee Knights Of Trashe Records”.
Dopo varie partecipazioni a compilation tra cui “Viva La Vinyl Vol.3” dell’americana Dead Beat Records con cui apriamo l’album al fianco di Stitches, TV Killers, Dirtys, B Movie Rats ed altri. Poi fu il turno della fanzine tedesca Ox che mise a punto un doppio album compilation che vedeva, tra gli altri, la partecipazione di Turbonegro, Texas Terry, Spider Babies, i compatrioti S.T.P. e molti altri.
Giunti praticamente al giro di boa e pronti per realizzare un nuovo album, la band letteralmente implose. Di fatto quello che era il nucleo storico del gruppo si dissolse nel giro di qualche mese. La vita “reale” bussava alla porta e chiedeva il conto. Qualcuno per impegni professionali, qualcuno in via di trasferimento per cambiare città o altri che intrapresero l’impervio sentiero del matrimonio, fecero si che l’agonia la facesse da padrona nella vita della band. …. Il nuovo secolo era cominciato, eravamo nel 2000…
Impiegammo circa due anni per tornare ad avere una formazione stabile ed affiatata per potere pensare di tornare in sala di registrazione e scorrazzare per il mondo in tour… ci riuscimmo e finalmente, nel 2004, realizzammo un nuovo EP per la Hate (Music For Haters), contenente due brani originali e la cover di “No Way” degli Adolescents, di sicuro una delle nostre migliori realizzazioni.
Da lì a poco un nuovo rimescolamento della formazione rallentò ulteriormente i nostri progetti. Fino al 2008 fu quasi impossibile poter contare su di un combo consolidato e rodato da poter portare in studio. Decidemmo allora di intraprendere un lungo tour europeo che ci portò ad attraversare la Francia, la Germania, il Belgio, l’Olanda e la Svizzera. Nel frattempo la cosiddetta “crisi mondiale” stava azzerando le già esigue casse delle etichette indipendenti e moltissime furono risucchiate nell’oblio. Anche il “gusto generale” dei fruitori di punk rock sembrava avere cambiato rotta e molte delle band con cui avevamo condiviso molte battaglie o erano sparite o avevano spiegato le loro vele verso lidi musicali più sicuri ed appaganti.
J.: Complessivamente, quali sono state le band con le quali avete condiviso il palco, che più ti hanno impressionato?
R.: Ogni band, anche la più oscura, ha qualcosa da offrire e spesso non è il grado di notorietà a definirne il reale impatto emozionale e creativo. Molto spesso in giro per il mondo abbiamo condiviso le situazioni live con gruppi apparentemente “scollegati” dai normali canali di fruizione ma che ci hanno regalato molto in termini di attitudine e senso di appartenenza. Di sicuro aver condiviso il palco con band come gli Empty Set, gli Zeros, gli stessi Humpers o Adolescents, Jeff Dahl, Cheetah Chrome e molti altri non hanno fatto altro che consolidare quello spirito vivido e selvaggio che è in netta contrapposizione con tutte quelle band dalla quantomeno discutibile attitudine.
J.: Siete una punk rock band ma avete pure influenze da artisti di epoca antecedente al '77. A quali band vi ispirate maggiormente?
R.: Proprio il fatto di suonare punk rock è sintomo di queste influenze del passato. Oggi si usa definire con “punk” qualcosa che di fatto non ha più senso chiamare in quel modo ma che, per comodità, viene usato quantomeno per identificare gruppi di artisti e/o musicisti con un’inclinazione poco o per niente assoggettata al mainstream ma con un bagaglio culturale dal passato talmente vasto che ha intrapreso talmente tanti sentieri e rivoli che risulta impossibile definire con un aggettivo. Di fatto si tratta di R’n’R portato alle sue estreme conseguenze, come nel passato fecero band come gli Stooges o gli MC5 che noi amiamo o, pochi anni dopo, gli stessi New York Dolls e Dictators con conficcato nel mezzo il fondamentale anello di congiunzione rappresentato dai Ramones prima, da Heartbreakers e Saints poco dopo. Quindi si, se vogliamo definire un eventuale “brodo primordiale” delle nostre influenze rimanendo nei termini classici è lì che “guardiamo” voltandoci indietro, ma capita anche che a volte volgiamo lo sguardo ancora più indietro, a quei “punk” che tenevano il testimone prima di loro…
Non abbiamo una band di riferimento principale o secondario. Si entra in sala e ognuno ci mette del suo per tirarne fuori qualcosa di buono. Il processo creativo è una delle cose più belle ed emozionanti in una band e, nonostante alcuni “paletti” prettamente stilistici, non ci sono dogmi.
R.: Proprio il fatto di suonare punk rock è sintomo di queste influenze del passato. Oggi si usa definire con “punk” qualcosa che di fatto non ha più senso chiamare in quel modo ma che, per comodità, viene usato quantomeno per identificare gruppi di artisti e/o musicisti con un’inclinazione poco o per niente assoggettata al mainstream ma con un bagaglio culturale dal passato talmente vasto che ha intrapreso talmente tanti sentieri e rivoli che risulta impossibile definire con un aggettivo. Di fatto si tratta di R’n’R portato alle sue estreme conseguenze, come nel passato fecero band come gli Stooges o gli MC5 che noi amiamo o, pochi anni dopo, gli stessi New York Dolls e Dictators con conficcato nel mezzo il fondamentale anello di congiunzione rappresentato dai Ramones prima, da Heartbreakers e Saints poco dopo. Quindi si, se vogliamo definire un eventuale “brodo primordiale” delle nostre influenze rimanendo nei termini classici è lì che “guardiamo” voltandoci indietro, ma capita anche che a volte volgiamo lo sguardo ancora più indietro, a quei “punk” che tenevano il testimone prima di loro…
Non abbiamo una band di riferimento principale o secondario. Si entra in sala e ognuno ci mette del suo per tirarne fuori qualcosa di buono. Il processo creativo è una delle cose più belle ed emozionanti in una band e, nonostante alcuni “paletti” prettamente stilistici, non ci sono dogmi.
J.: Mentre le vostre influenze musicali individuali?
R.: Io Johnny Thunders… e un migliaio di altri nomi!;
Killer Tony: Buddy Rich, Chuck Berry, Clash e tanti altri;
Luca: Da Chuck Berry a Mick Ronson passando dai Ramones, Dead Boys fino
agli X con una venerazione per Keith Richards e Brian Setzer, i Social Distortion
e Wayne Kramer;
Stefano: Blue Oyster Cult, Dictators;
Michele: Ramones, New York Dolls, Heartbreakers, Dictators, Dead Boys, Hanoi Rocks.
J.: Ho profonda stima nei vostri confronti perchè non vi abbassate a compromessi e continuate con coerenza il vostro cammino musicale e davvero meritereste molta più attenzione da parte degli organi d'informazione italiani, anche se tutti noi sappiamo che nel nostro Paese c'è una sorta di “ignoranza” musicale da parte della cosiddetta “critica” che spesso non va oltre ai prodotti pre-confezionati. Cosa manca per far nascere una vera scena musicale in Italia e quale sarebbe la tua “ricetta” per favorirne l'attuazione?
R.: Un golpe mediatico? Una rivoluzione Dadaista? Ci piace ridere di questa cosa perché dal ’95 ad oggi preferiamo ancora scorrazzare all’estero per sentirci a “casa”…
J.: Quest'anno uscirà il vostro attesissimo nuovo album. Quali sono stati gli avvenimenti che ne hanno posticipato la realizzazione e in quale parte dell'anno verrà pubblicato?
R.: Sul finire del 2011 decidemmo di entrare nuovamente in studio per cominciare a imbastire il lavoro su un album che da troppo tempo aspettava di essere realizzato per poterlo dare alle stampe l’anno seguente. Per la produzione chiamammo Michael Davis degli MC5 (con cui eravamo sempre rimasti simpaticamente in contatto) che accettò molto volentieri di aiutarci a un costo davvero molto favorevole.
Nel Febbraio del 2012 Michael lasciò per sempre questa valle di lacrime (RIP) e, con grande dolore e rammarico, lasciammo cadere momentaneamente il progetto per dedicarci alla realizzazione di “Anthological Disease”. L’idea era quella di riportare alla luce parte della nostra produzione su vinile in formato digitale, realizzandone contemporaneamente una versione in formato LP con possibilità di download dei brani on line. La prima parte di quel progetto è ora disponibile nella versione CD dove quindici brani completamente rimasterizzati compongono la “spina dorsale” della nostra storia.
La versione in vinile del progetto è stata rimandata a data da definire dall’etichetta che si era fatta carico dei costi a causa di sopraggiunte difficoltà economiche.
Senza perderci d’animo abbiamo pianificato nello stesso periodo un nuovo split con gli amici e concittadini Leeches. Si intitola “Shitville Confidential”, un 10” picture disc dato alle stampe sul finire del 2013.
Oggi, Marzo 2014, con una nuova formazione (Stefano al basso elettrico e Michele alla chitarra ritmica) siamo quasi pronti per potere seriamente tornare a lavorare sul nuovo album che contiamo di realizzare entro la fine dell’anno.
R.: Sul finire del 2011 decidemmo di entrare nuovamente in studio per cominciare a imbastire il lavoro su un album che da troppo tempo aspettava di essere realizzato per poterlo dare alle stampe l’anno seguente. Per la produzione chiamammo Michael Davis degli MC5 (con cui eravamo sempre rimasti simpaticamente in contatto) che accettò molto volentieri di aiutarci a un costo davvero molto favorevole.
Nel Febbraio del 2012 Michael lasciò per sempre questa valle di lacrime (RIP) e, con grande dolore e rammarico, lasciammo cadere momentaneamente il progetto per dedicarci alla realizzazione di “Anthological Disease”. L’idea era quella di riportare alla luce parte della nostra produzione su vinile in formato digitale, realizzandone contemporaneamente una versione in formato LP con possibilità di download dei brani on line. La prima parte di quel progetto è ora disponibile nella versione CD dove quindici brani completamente rimasterizzati compongono la “spina dorsale” della nostra storia.
La versione in vinile del progetto è stata rimandata a data da definire dall’etichetta che si era fatta carico dei costi a causa di sopraggiunte difficoltà economiche.
Senza perderci d’animo abbiamo pianificato nello stesso periodo un nuovo split con gli amici e concittadini Leeches. Si intitola “Shitville Confidential”, un 10” picture disc dato alle stampe sul finire del 2013.
Oggi, Marzo 2014, con una nuova formazione (Stefano al basso elettrico e Michele alla chitarra ritmica) siamo quasi pronti per potere seriamente tornare a lavorare sul nuovo album che contiamo di realizzare entro la fine dell’anno.
J.: Quali sono i contatti della band?
R.: timeslut@libero.it
https://it-it.facebook.com/TEMPORALSLUTS
http://www.reverbnation.com/temporalsluts?page_view_source=facebook_app
https://temporalsluts.bandcamp.com/
http://www.discogs.com/artist/2638401-Temporal-Sluts
J.: Rob, grazie per la disponibilità e buon lavoro a te e a tutti i membri della band!
R.: Grazie ancora e a presto!
TRATTA DAL SECONDO NUMERO DI VENOMZINE (27 MARZO 2014).




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