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Giovanni Manca di Ittiri (SS), si è dedicato per tantissimi anni alla musica, suonando dapprima il basso e poi la chitarra elettrica in varie metal band. Poi, all'improvviso, una nuova vocazione inaspettata lo proietta tra i nuovi poeti in lingua sarda con una propria identità che, quando ci vuole, dicono ciò che pensano senza mezze misure!
L'ho contattato ed ecco cosa mi ha raccontato...
L'ho contattato ed ecco cosa mi ha raccontato...
Johnny: Ciao Giovanni, benvenuto su VenomZine!
Giovanni: Ciao a te, grazie di avermi cercato.
Giovanni: Ciao a te, grazie di avermi cercato.
J.: Raccontaci come è nata questa tua passione..
G.: Questa passione è nata quando dovevo andare a un battesimo e ho scritto due righe per la figliadi un'amica di Nuoro (Nugòro o come dicono loro Nucòro).
J.: Come si chiama la prima poesia che hai scritto e di cosa parla?
G.: la prima poesia che ho scritto si chiama "A Victoria". La bimba della quale parlavo prima è la figlia della mia amica di Nuoro e le ho dedicato 5 o 6 righe...parla di auguri per una vita futura migliore.
J.: Andando a visitare il tuo blog "Poesias Mias" ho visto che sei molto vario con gli argomenti.
Quale messaggio ti piacerebbe trasmettere con esse?
G.: Si è vero, parlo di molti argomenti tra cui la Sardegna e di qualche serata di musica insieme ad amici per andare a vedere gruppi, oppure della Chiesa che non sopporto e molto altro ancora, sopratutto delle dediche agli amici con tanto di stampa e regalo per loro.
Te ne dico una che mi è piaciuta molto: si tratta della mia amica di Nuoro e la poesia s'intitola "A Paola de Nugòro" e in pratica parla dei consigli che do a lei come amico e saluti poichè le voglio bene come una sorella.
Quale messaggio ti piacerebbe trasmettere con esse?
G.: Si è vero, parlo di molti argomenti tra cui la Sardegna e di qualche serata di musica insieme ad amici per andare a vedere gruppi, oppure della Chiesa che non sopporto e molto altro ancora, sopratutto delle dediche agli amici con tanto di stampa e regalo per loro.
Te ne dico una che mi è piaciuta molto: si tratta della mia amica di Nuoro e la poesia s'intitola "A Paola de Nugòro" e in pratica parla dei consigli che do a lei come amico e saluti poichè le voglio bene come una sorella.
J: So che hai cominciato come musicista e che hai militato in diverse metal bands come chitarrista solista e, quasi sempre, songwriter delle suddette. A quali band vi ispiravate?
G.: Si ho iniziato all'età di 14-15 anni, però suonavo il basso e ho formato la mia prima band, i
Metal Madness. Lasciai la band dopo 3 anni di attività, con 2 live e niente di nuovo. Dopo un anno senza suonare mi presi una chitarra in un negozio dell'usato e dopo qualche anno iniziai a comporre qualche riff. Dopo un annetto circa mi contattarono per formare una band heavy metal, ma alla fine fu un fiasco, però con due di loro, il chitarrista che suonò la batteria e il bassista, formammo un'altra band. Terminai il pezzo da cui la band prese il nome, “Kiss of Death” (il bacio della morte), in più ne scrivemmo un altro assieme “Fire” (fuoco, che parla del fuoco che nessuno può sconfiggere). Poi ci sciogliemmo dopo 2 anni con nessuna serata perchè non eravamo mai pronti. Qualche anno dopo formai un altra band stavolta in paese ma dopo 3 bassisti e 4 prove finì tutto li. Iniziai a scrivere altri pezzi da solo, ora sono a un totale di 3 o 4 finiti e uno in allestimento. Ho scritto anche un pezzo di beneficenza per la Sardegna che si intitola “Sardigna Mia”, ma non trovo nessuno per registrarla. Per ora sono fermo con la musica. In teoria non sono mai riuscito a fare una band seria e stabile.
Ci ispiravamo ad Iron Maiden e Metallica in primis, poi a Judas Priest e ai gruppi thrash metal
(tra cui Slayer, Megadeth ecc...) più Deep Purple, Led Zeppelin, Black Sabbath e altre band Rock e Metal.
J.: Qual'è stato il primo disco che hai acquistato?
G.: Il primo disco che acquistai fu “The Number of The Beast” degli Iron Maiden. Un capolavoro
(un grande Batterista come Clive Burr che riposa in pace da qualche anno). Mi prese molto e ancora lo apprezzo anche se non è il mio album dei Maiden preferito e il gruppo non lo ascolto più da anni.
J.: Il concerto al quale hai assistito che ricordi con più piacere: quando, dove e chi sei andato a vedere?
G.: Quello che ho piacere di ricordare e godere di più su tutti è stato il Priest Fest a Milano, il 10 marzo 2009 al Madza Palace, se non ricordo male: con i Judas Priest (mia band Preferita) e di spalla 2 mostri del Thrash Metal, Megadeth e Testament! Una bella serata con 4 ore di sfrenato pogo e cantato a squarcia gola molte delle canzoni. Quanto ho GODUTO!!!!!
G.: Quello che ho piacere di ricordare e godere di più su tutti è stato il Priest Fest a Milano, il 10 marzo 2009 al Madza Palace, se non ricordo male: con i Judas Priest (mia band Preferita) e di spalla 2 mostri del Thrash Metal, Megadeth e Testament! Una bella serata con 4 ore di sfrenato pogo e cantato a squarcia gola molte delle canzoni. Quanto ho GODUTO!!!!!
J.: Ahahaha! Tornando a questa tua vocazione improvvisa, devo dire che è molto interessante, sopratutto in un'epoca dove si sta cercando di recuperare le tradizioni. Cosa ti senti di dire a chi si dovrebbe occupare di salvaguardarle e, nel caso, hai qualche "ricetta" da proporre a chi di dovere?
G.: Io sono del parere che bisogna salvare le tradizioni e tutto ciò che ci circonda, secondo me è uno sbaglio abbandonare le tradizioni come la nostra lingua, sono del parere che molti la pensino come me, bisognerebbe fare qualcosa. Prima di tutto portare la lingua a scuola e farla imparare, perchè la lingua (la nostra Limba Sarda) ci dice chi siamo, chi siamo stati e cosa saremo, ma se perdiamo questa tradizione è per colpa della massa che ci circonda. Sopratutto do la colpa alla televisione, alla tecnologia come telefonini, computer, ma sopratutto internet che ha rovinato la nostra vita, poi l'ignoranza dei giovani a parlare italiano e non la nostra lingua. Senza la propria lingua un popolo è niente, dobbiamo ribellarci, e farci valere. Siamo un popolo fiero di esserlo allora dimostriamolo, facciamolo vedere, come dice una canzone della Brigata Sassari, poi ripresa dai Tazenda e altri! "Fortza Paris" cioè forza uniti, "che spaccheremo il Potente" (citazione di un film) "cioè colui che ci manipola" (la politica). Una cosa importante e che mi ha dato fastidio è non il non poter imparare a scuola la lingua sarda, dato che è ufficiale insieme all'italiano. E su questo argomento c'è una cosa che ho letto su una ragazza che voleva dare l'esame in lingua perchè parlava della Sardegna e una parte della storia di quando eravamo indipendenti (prima di perdere questo privilegio per colpa di molte famiglie reali europee, che non sto ad elencare) e il professore che era di un'altra regione, non ricordo di dove fosse, l'ha bocciata perchè non capiva il sardo! Questa è ignoranza bella e buona, perchè uno è libero di fare quello che vuole, sia nella vita che nel lavoro, ma sopratutto nello studio, io avrei fatto una bella denuncia a questo insegnante. Chiudo cosi "Sa Limba Sarda este una Limba chi i so seculo è resistida finza a 'oe" (la Lingua Sarda è una lingua che è esistita nei secoli). E poi vorrei anche dire: vogliamo che la Sardegna diventi indipendente, senza che nessuno la manovri come fa lo Stato Italiano.
J.: Tutte queste belle poesie, sopratutto quelle che tieni ancora in serbo per il futuro, vedranno la luce attraverso un libro o continuerai a pubblicarle singolarmente?
G.: Per adesso ti dico che continuerò a pubblicarle nel mio blog (o sito) "Poesias Mias" e su Facebook, nella mia pagina "poesias.mias", e in un futuro, sperando presto, pubblicherò il libro, oppure più di uno. Sperando che sia possibile, "Chi sa vena poetica non ada as finire mai"!
J.: Se ciò dovesse diventare una professione definiva, dove ti vedi tra dieci anni, in Italia o all'estero?
G.: Se questa diventasse la mia professione futura, spero di viaggiare molto. Di conseguenza mollare l'Italia ma fare molte tappe in Sardegna sopratutto per lo spunto poetico che mi da. Non avrei dimora fissa. Al limite "se Sa Sardinia diventad'indipendente mi frimmo in Sardinia" (se la Sardegna diventasse indipendente mi fermerei qui in Sardegna).
G.: Se questa diventasse la mia professione futura, spero di viaggiare molto. Di conseguenza mollare l'Italia ma fare molte tappe in Sardegna sopratutto per lo spunto poetico che mi da. Non avrei dimora fissa. Al limite "se Sa Sardinia diventad'indipendente mi frimmo in Sardinia" (se la Sardegna diventasse indipendente mi fermerei qui in Sardegna).
J.: Quali sono i tuoi contatti?
G.: http://poesiasmias.altervista.org
http://www.facebook.com/poesiasmias.altervista.org
http://www.youtube.com/user/45646486465465
J.: Giovanni, grazie per la disponibilità e buon lavoro!
G.: Prego! grazie a VenomZine per quest'intervista e spero che ce ne siano altre. Buona fortuna a te per questo programma. A nos inteder a prestu! Giuanne Manca, da Itiri Cannedu.
TRATTA DAL PRIMO NUMERO DI VENOMZINE (FEBBRAIO 2014).




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